Dopo il successo de “Il collante dell'umanità chiamalo dolore”, Cocco torna a plasmare la poesia sui temi che la vita costringe a inseguire, sui pericolosi giochi congegnati per riscuotere come premio l'istantanea pietosa della nostra realtà.
Siamo tristi guerrieri smossi in eterna battaglia per un decadente lampo di gloria, siamo anime sinuose, brucianti nel tumulto interiore e ingannate da un ancor più viscido, sgusciante termine promesso.
Pace.
Diego Cocco è nato a Valdagno (Vicenza) nel 1979.
Ha passato l’ultima decade a giocare con le parole, ferendosi più volte a causa dell’inesperienza e del maledetto ego inglobato nel suo nome. Oggi prova a sopravvivere rispettando la tastiera, alterna giornate di paura a notti in cui crede di avercela fatta, di aver messo giù la frase immortale.
Ha pubblicato quattro raccolte di poesia e un romanzo sperimentale con altrettante case editrici: decine di suoi racconti pulsano nel web in attesa di un’affermazione, ma lui stesso, da insoddisfatto senza scampo, li coccola e li rinnega a minuti alterni.
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